Ambiente e energiaEnergia

Cosa c’è dietro l’energia che consumiamo? “Adotta una centrale”: come ciascuno di noi può migliorare l’ambiente in cui vive

Forse non tutti sanno che l’energia elettrica, consumata giornalmente nelle nostre case, proviene per più del 60% da fonti fossili. energia-01L’energia è un bene prezioso e da essa dipende in gran parte il nostro benessere; purtroppo in questi ultimi decenni abbiamo basato il nostro sviluppo su fonti di energia quale il petrolio, il gas ed il carbone che hanno avuto conseguenze devastanti sull’ambiente, creando inquinamento, cambiamenti climatici, guerre per l’approvvigionamento dei combustibili fossili,  concentrazione di potere e di ricchezze nelle mani di pochi.  Inoltre il ritmo forsennato con cui abbiamo consumato i combustibili fossili ci ha portato molto vicino alla loro rarefazione ed alla necessità di trovare un modo per sostituirli. Tutto questo sta innescando una  transizione energetica verso un nuovo modello energetico che ci auguriamo sia più democratico, basato sulle energie rinnovabili e sulla decentralizzazione della produzione. Occorre quindi lavorare per fare in modo che la transizione energetica in atto porti ad una vera e reale democrazia energetica incentrata sulla partecipazione dei cittadini alla produzione ed al consumo dell’energia necessaria al proprio sostentamento, superando la posizione di meri consumatori. Del resto le energie rinnovabili si prestano molto bene al concetto di democrazia energetica in quanto consentono una generazione energetica diffusa, un coinvolgimento delle piccole e medie imprese locali o regionali, un potere di scelta tra sistemi diversi di produzione ed accumulo ed un’attenzione particolare del cittadino all’efficienza energetica. Si tratta di favorire la diffusione di questi concetti e di promuovere a livello politico scelte energetiche che puntino sulla decentralizzazione e sulla democratizzazione del sistema energetico.

Queste premesse sono alla base del lavoro portato avanti da TERREdiLAGO, la Rete di Economia Solidale del Luinese (www.terredilago.it) che, in collaborazione con il Distretto di Economia Solidale di Varese (www.des.varese.it), sta proponendo nuovi modelli di gestione del bene comune “energia”, attraverso processi che coinvolgono direttamente i cittadini, i territori, le comunità locali puntando sulle energie rinnovabili.

logo-coenergia200x200Partendo dalla logica dei GAS (Gruppi di acquisto solidale) ci si è chiesti se noi consumatori possiamo scegliere la fonte con cui viene prodotta l’energia elettrica che consumiamo: dobbiamo necessariamente consumare energia prodotta da centrali a carbone o a gas o a petrolio o possiamo chiedere che una quantità pari all’energia elettrica che consumiamo sia immessa nella rete elettrica da fonti rinnovabili. A questa domanda il mondo dell’economia solidale ha dato una riposta convincente: si può acquistare energia prodotta da fonti rinnovabili e sostenibili attraverso l’associazione CO-Energia (www.co-energia.org), di cui fanno parte i principali Distretti di Economia Solidale ed i GAS. CO-Energia ha due proposte concrete di fornitori di energia: da diversi anni ha stretto una convenzione con DOLOMITI ENERGIA, una società che in Trentino produce energia da impianti idroelettrici ed ha recentemente sottoscritto un patto fiduciario con E’NOSTRA, una nuova cooperativa che è il primo fornitore nel mercato libero a finalità mutualistica e che sceglie gli impianti di produzione non solo in quanto forniscono energia rinnovabile, ma anche in base a criteri etici e di sostenibilità.

Opera di presa della micro-centrale sul fiume Rancina
Opera di presa sul fiume Rancina

Ma si può fare molto di più ovvero riappropriarci del bene comune “energia” diventando comproprietari di impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile realizzando così un processo di “democratizzazione” del bene “energia”.  Un esempio di questo processo sta avvenendo nel Varesotto con il progetto “Adotta una centrale” volto alla riattivazione della micro-centrale idroelettrica di Rancio Valcuvia. Nel 1924 una donna, Giuseppina Velati, titolare dell’opificio Velati in Rancio Valcuvia, pensò di produrre energia elettrica per i suoi macchinari utilizzando l’acqua del fiume Rancina che attraversa il paese; costruì quindi una centrale idroelettrica che fu poi dismessa negli anni ’40 dopo un’accesa diatriba con il podestà del Brinzio sul diritto di utilizzo dell’acqua che rappresenta un interessante pezzo di storia di quei tempi. Oggi questa micro-centrale, che è in stato di abbandono, sta per essere riattivata grazie ad uno strumento dell’economia solidale che è l’azionariato popolare ovvero gruppi di cittadini si riuniscono in una cooperativa (Cooperativa Retenergie – www.retenergie.it) e, dando ciascuno un piccolo contributo, finanziano la ricostruzione e la gestione della micro-centrale. Dal punto di vista dell’impatto ambientale occorre evidenziare che si tratta di un ripristino di un’opera esistente senza creare effetti negativi sull’ambiente e mantenendo un deflusso adeguato di acqua nell’alveo naturale. Il progetto ha anzi un impatto positivo perché in collaborazione con la Biblioteca Comunale di Rancio verrà attivato un percorso didattico sull’energia che consentirà ai ragazzi delle scuole di “camminare” lungo il tragitto che fa l’acqua dall’opera di presa fino alla turbina, per capire come si trasforma l’energia, ricordando loro che l’energia più pulita è quella che non consumiamo migliorando l’efficienza energetica degli impianti e modificando i nostri consumi.

Unire le comunità per riattivare una micro-centrale idroelettrica e produrre energia in modo pulito è un esempio concreto di partecipazione popolare e dimostra che, se si vuole, si può cambiare un sistema che tende a togliere i beni comuni come l’energia e l’acqua al controllo delle popolazioni.  Per aderire a questo progetto non occorre donare dei soldi; occorre avere una diversa sensibilità nella gestione dei propri risparmi dedicandone una piccola parte in investimenti socialmente utili che sicuramente fanno bene alle comunità ed all’ambiente in cui queste comunità vivono.

Chi vuole partecipare al progetto “Adotta una centrale” può scrivere a energia@terredilago.it o documentarsi sul sito www.terredilago.it o sottoscrivere direttamente le quote sul sito www.retenergie.it.

Simulazione dei lavori di riattivazione della micro-centrale
Simulazione dei lavori di riattivazione della micro-centrale